Pesce fuor d’acqua

L’amministrazione Biden, ormai decaduta, ha autorizzato l’Ucraina all’utilizzo di missili a lungo raggio Atacms contro obiettivi in territorio russo. Già di per se questa notizia fa capire con che razza di alleati abbiamo a che fare. Proprio oggi i media ucraini hanno riferito del primo utilizzo di questi missili contro la regione di Bryansk. Guardacaso nessun media occidentale vuole fornire un dato essenziale: i missili a lungo raggio richiedono interventi direzionali satellitari della Nato, cioè significa intervento diretto della Nato per dirigere la traiettoria.

Martedì 19 novembre Putin ha comunque firmato un nuovo decreto che modifica radicalmente la dottrina nucleare russa, permettendo a Mosca di rispondere con l’arsenale atomico anche ad attacchi convenzionali se questi sono sostenuti da potenze nucleari come gli Stati Uniti. Un punto cruciale del documento riguarda la catena di comando: la decisione finale sull’uso dell’arsenale nucleare spetta esclusivamente al presidente russo. E ben sappiamo che Mosca e Washington controllano insieme l’88% delle testate nucleari mondiali. Eh, sì sarebbe un bel botto.

Gli Atacms forniti dagli Stati Uniti, con una gittata di oltre 160 chilometri, rappresentano la provocazione perfetta anche se tutti sanno che Mosca ha spostato molto più a est ogni obiettivo sensibile. Questo significa che ogni missile Atacms avrà target superflui. La guerra in Ucraina é persa al 100% ma certi yenkee non vogliono altro che vedere bruciare l’europa e sono disposti a tutto pur di arrivare ai loro scopi.

Al paese mio si dice che quando un pesce viene preso all’amo, il momento in cui lotta con maggior foga é quando sta per essere tirato fuori dall’acqua. Biden & co. – e la loro schiera di media occidentali leccaculo a partire dal New York times – hanno ormai credibilità zero. Per questo sono sono ancora più pericolosi: dopo la vittoria di Trump, sembra non abbiano più niente da perdere. É una vergogna che l’intero sistema mediatico occidentale si faccia abbindolare in questo modo.

Dungeons & Dragons

 

La buona idea arriva nel momento del riposo. Sotto la doccia. Quando vai a correre. È in ballo la creatività, la salute. Una mente e relazioni sane. Guardiamoci attorno: giovani coppie a cena al ristorante che scrollano contenuti prima di leggere il menu scaricato via qrcode. Acquirenti e pendolari in coda, in banca, alle poste, al supermercato. Bambini piccoli nei passeggini con il tablet in mano. Persone che attraversano le strade trafficate, ciclisti. automobilisti con gli occhi puntati su tutto tranne che su ciò che li circonda.

Cosa conta davvero? Si trascorre troppo tempo a fare cose che non contano davvero. L’accesso universale alla tecnologia digitale, a partire dalla tenera età sicuramente ha effetti negativi sulla salute fisica e mentale e sullo sviluppo neurologico e sulle relazioni personali. Ma non ci importa. Sono troppo comode certe features. Troppo comoda la banca tascabile, é troppo comodo parlare con il mio ex collega che vive australia.

Possiamo cercare fatti o fake news, cifre, ortografia, definizioni, pubblicazioni accademiche senza mai alzarci dalla scrivania. Troppi di noi sono diventati schiavi dei dispositivi. Questi avrebbero dovuto liberarci, darci più tempo per vivere la vita e le persone che amiamo. Invece siamo costantemente bombardati da notifiche che ci avvisano di messaggi che ci sentiamo obbligati a visualizzare e a cui rispondere immediatamente.

La maggior parte delle persone ora controlla i propri smartphone almeno 150 volte al giorno, o ogni sei minuti. I giovani adulti inviano una media di 110 messaggi al giorno, Secondo alcun sctudi il 46 percento degli utenti di smartphone afferma che i propri dispositivi sono qualcosa di cui ‘non potrebbero fare a meno. Nel “The World Unplugged Project“, i ricercatori dell’Università del Maryland hanno riferito che una netta maggioranza di studenti nei 10 paesi studiati sperimenta disagio senza i propri dispositivi per 24 ore. Una persona su tre ha ammesso che preferirebbe rinunciare al sesso piuttosto che ai propri smartphone, questa è tosta come informazione!

Le generazioni future sapranno come conversare tra loro faccia a faccia? Sapranno relazionarsi correttamente? Noteranno gli uccelli, gli alberi, l’alba e le persone con cui condividono il pianeta? Ma soprattutto sapranno giocare ancora a D&D? Serve senz’altro una clamorosa presa di coscienza in merito.

SuperOS 36 + Appimages

 

SuperOs é un sistema operativo libero basato su MXLINUX / Debian, che noi di Superprogetti modifichiamo per le nostre esigenze operative. Questo OS contiene una serie di software open source calibrati per una esperienza d’uso puramente professionale. Non si tratta di un sistema operativo per tutti i giorni in quanto é calibrato per contenere al minimo il consumo di memoria RAM e per velocizzare ai massimi termini un sistema AMD/INTEL 64bit generico. Questo sistema operativo sta alla base della nostra futura offerta di business per sistemi multimediali interattivi e ancor di più per l’utilizzo in ambito di produzione multimediale.

SuperOS_36.iso  (mda) + Appimages

Ricordiamo che i file .iso sono rilasciati in rete “as it is”, il software incluso dichiara i suoi termini di utilizzo sotto la licenza GPL 3.0. Includiamo anche una serie di Appimages che sono pronte ad essere utilizzate una volta attivate con il comando “chmod a+x” da riga di comando. Nome utente e password  “superos“.  Ove non fosse disponibile visualizzare altre informazioni, rimandiamo ai termini di uso ed alle  licenze nella MXlinux webpage o nei website di ogni singola applicazione inclusa in questa distribuzione.

Avvertenza importante: Superprogetti non offre alcun tipo di supporto né tantomeno provvede a rimborsi in caso di perdita di dati o danni causati da un utilizzo scorretto di questo software. Si consiglia l’utilizzo di un computer libero da dati importanti oppure l’utilizzo di una macchina virtuale.

Decrescita infelice

 

Secondo un rapporto di AutoForecast Solutions, le fabbriche auto europee taglieranno 68.000 veicoli dai loro programmi di produzione e quelli nordamericani 36.000: un totale di 104 mila veicoli in meno, rispetto al calendario di produzione. Secondo le previsioni degli analisti l’Europa sarà la macroregione più impattata dalla carenza di semiconduttori, con 1.152.000 veicoli prodotti in meno, seguita da Nord America (-1.067.000).

A mio parere tutto questo é un bene. Non celebro la decrescita (in)felice, ma affermo che nessuna famiglia media italiana oggi ha la reale possibilità di comprare auto ibride/elettriche. Certo, si possono fare dei finanziamenti e rate da qui all’infinito solo con bonus statali quando sono attivi. Se non ti tolgono il lavoro perchè sei un no-vax.

Io che di soldi da spendere in auto elettriche non ne ho, rimango con la mia sleeper anni ’90 che fa 18 km con un litro e 900 km con un pieno. In Europa un pieno costa costa molto per i motivi contingenti, ma posso farne uno al mese ed usare l’auto solo quando mi serve. Certo, c’é un impatto ambientale, ma ho prestazioni simili se non addirittura superiori ad un veicolo moderno. La funzionalità e la durata di un qualsiasi prodotto negli ultimi 30 anni é completamente sparita e la tecnologia alla base dell’automotive elettrico secondo me non è ancora pronta ed il motivo pricipale per cui non decolla nelle vendite.

L’industria dovrebbe puntare ad un mercato che proprone il mild hybrid cpm prezzi finali accessibili non superiori a 25k se si tratta di utilitarie, il tutto senza bonus statali. Invece propone offerte emozionali, per target specifici, con prestazioni dubbie e poco funzionali nell’utilizzo misto/medio. Questo perchè l’industria automotive in realtà non è ancora pronta a dare garanzie. Solo i modelli Tesla eToyota hanno un’autonomia decente (Tesla model range autonomia sino a 614 km e infatti Tesla ha consegnato più di 936 mila veicoli nel 2021, l’87% in più rispetto all’anno precedente). Si tratta comunque di mezzi che hanno un’autonomia INFERIORE al mio vetusto mezzo anni ’90. Se ragiono da utilizzatore semplice, da italiano medio, con un lavoro fisso pseudo-decente, mi chiedo per quale diamine di motivo dovrei spendere 60k. Me lo posso permettere? Ovviamente no. E se sì, posso fermarmi dopo 600 km senza sapere dove posso ricaricare? E quanto ci metto a ricaricare? Che succede se vado a a Gallipoli in vacanza, non torno più indietro? E dopo 5 anni troverò sensato spendere altri megasoldoni non meno di 10k perchè le batterie sono da cambiare? E secondo voi la sostituzione delle batterie non ha un vero impatto ambientale?

L’offerta relativa all’ibrido elettrico europeo non supera i 300km di autonomia oltre i quali gli occhi stanno fissi sul cruscotto, se si viaggia solo in elettrico. Questo significa che paghi tanto per un prodotto che ha un ritorno di performance e di autonomia del tutto inconsistente. Da qui ai prossimi 5 anni – l’automotive elettrico e ibrido/elettrico avrà senso solo se l’offerta propone il leasing come soluzione di punta. Forse. Sembra proprio che la transizione ecologica sia molto più pesante e difficile da attuare del previsto. Chi ha un mezzo di ere passate con prestazioni decenti, se lo tiene stretto, giustamente.

Preferisci la pace o il condizionatore acceso?

 

I sondaggi in italia sul nucleare sono strani. SWG nel 2021 presentava un interessante sondaggio sul nucleare dove si evince un certo possibilismo. Doxa invece dice che 3 italiani su 4 sarebbero contrari. Dati così contradditori sono solo un piccolo esempio di come il mainstream gioca spesso a condizionare l’opinione pubblica. Siamo d’accordo oppure no? Boh?

Comunque, consideriamo assodato il fatto che una certa generazione vuole la produzione di energia nucleare. Quando il portafoglio degli italiani si svuota per via dei rincari sulle bollette – già avviate ben prima dell’inizio della guerra in Ucraina – tutte le paure spariscono e gli spauracchi di Chernobyl o del più recente incidente di Fukushima , diventano roba del passato. Oggi il 51% degli italiani – cosi afferma un certo mainstream – è favorevole. Nel 2011 oltre il 94% bocciò la stessa idea. Si evince quindi quanto lo scontro generazionale sia evidente, anche nel salto di solo un decennio.

Io (che millennial non sono) vorrei guardare ai dati di fatto. La produzione di energia nucleare in Italia, tra il 1963 e il 1990, ha causato la produzione di scorie atomiche che sono state inviate principalmente in Francia e Regno Unito. _Ovviamente non se le sono prese gratis. Oggi in Italia non esiste un vero deposito nazionale, e lo stoccaggio all’estero costa circa 60 milioni di euro all’anno. La comunità italiana pro nucleare, millennials o meno che sia, dovrebbe quindi rispondere con cognizione a due semplicissime domande, avendo la cura di rispondere sinceramente.

1° domanda. Chi sarà mai contento in italia di vedersi costruire una bella centrale nucleare, anche di nuovissima generazione mediamente vicina a casa propria? Saranno contenti tanto quanto coloro che già stanno abbastanza vicini ai cosidetti depositi di scorie sparsi qua e là per l’Italia?

2° domanda. Come si intendono gestire i rifiuti? Nello specifico, i finanziamenti per la supervisione delle centrali e la gestione dei rifiuti saranno pubblici  ( quindi paga pantalone, eventualmente con nuovo deficit, come avviene in questo momento in Francia ) mentre l’erogazione del servizio sarà privato?

Se le condizioni sono come penso io, allora non siamo pronti, non lo eravamo e forse non lo saremo mai. Non si tratta di sola percezione dell’opinione pubblica. L’Italia non é adatta a sfruttare questo tipo di tecnologia anche per la sua conformazione territoriale ed i problemi sismici, infrastrutturali, idrogeologici. Non abbiamo acquedotti e reti stradali efficienti in tutto il paese, e non si riescirebbe a garantire efficienza e sicurezza intrinseca anche nel caso di supervisione di un partner europeo con larga esperienza.

Per intenderci, la logica vorrebbe che, prima di costruire nuove fiammanti centrali nucleari – e sono certo che i francesi ci auterebbero ben volentieri data la crisi che il nucleare francese sta passando in questo momento- forse bisogna prima riparare le condutture dell’acqua e la rete stradale in tutto il territorio italiano. Inoltre, invece di fare affari malsani con un’Algeria sicuramente inaffidabile, potremmo anche pompare gas dal Mediterraneo (che ne è pieno) esattamente come fa la Croazia. Si, ok, per iniziare ad estrarre in Adriatico servirebbe risolvere burocrazia e tempi tecnici, ma in circa 5 anni avremmo un incremento di produzione del 10-15%, è già qualcosa. In questa situazione, il mercato stesso non é affidabile, il rischio è un conflitto di interessi sul nucleare che incalza proprio grazie al rincaro dei prezzi del gas. L’ingente domanda di quest’ultimo, aumenta il suo valore, il quale non riscenderà in tempi stretti. Ripropongo una retorica ed inopportuna terza domanda che anche il nostro premier SuperDragons aveva già fatto a suo tempo. Caro italiano medio: Preferisci la pace, o il condizionatore acceso?

A me pare che gli italiani preferiscano in ogni caso il condizionatore acceso e infatti tutti oggi vogliono vendere gas in Europa. A prezzi quadruplicati, ovviamente.

Open Brics

 

Turchia, Arabia Saudita, Argentina, Iran ed Egitto hanno espresso l’intenzione di aderire ai BRICS.

Tale interesse fa riflettere. Molti paesi considerano estremamente importante mantenere la propria prosperità e bussano alla porta di chi ha i numeri che dimostrano la possibilità di un futuro prospero. Attualmente, tale intento avviene guardando oltre l’Europa e Stati Uniti, in quanto l’occidente non traina più lo sviluppo globale.

Quest’anno la sola Cina ha registrato un surplus commerciale di 100 miliardi di dollari. Il valore dell’export è di 331 miliardi, +17,9% in più di giugno 2021 ed in accelerazione. Le importazioni invece sono salite solo del +1%. Questi numeri parlano chiaro rispetto a quanto sta accadendo.

In Europa ed in USA ormai del tutto evidente un’involuzione culturale, politica ed economica e una postura bellicista, fra l’altro ostacolata dall’opinione pubblica. Macron e Johnson non comandano più in casa loro. Draghi non supererá l’estate ed il cancelliere tedesco non ha le palle che dimostrava la Merkel ai suoi tempi.

Gli USA da qualche anno richiedono atti di fede in borsa e allineamento ideologico ai suoi alleati che non sono più sostenibili e – non contenti – pretendono che gli lecchi il culo come se fossero ancora loro i padroni del mondo. Non lo sono più ed è giunta l’ora di farglielo capire.

asse Mosca-Berlino-Parigi

 

Si voleva vedere una Russia in default, con sanzioni politiche ed economiche impossibili da risolvere e sconfitte militari cocenti ed umilianti.

Questa è stata ed ancora é la narrazione del mainstream occidentale. Beh, mi sembra che si neghi l’evidenza e fra non molto agli americani non restarà che usare la carta della guerra nucleare tattica. La crisi in Ucraina é, senza se e senza ma, il risultato dell’espansione della NATO spinta dagli Stati Uniti. Eppure il mainstream occidentale insiste, dopo quasi sei mesi, che l’Ucraina é un paese che é stato aggredito.

Può darsi, ma gli Usa hanno degli interessi evidenti, ed una presenza di FBI ed MI6 in Ucraina era ben nota da un decennio oltre che certa già un anno prima dell’inizio del conflitto. il loro Dipartimento della Difesa ha già annunciato che fornirà ulteriore assistenza, ed altri soldi. Tanto loro li stampano. Dobbiamo metterci in testa che l’asse Mosca-Berlino-Parigi è il peggior incubo per gli americani. Gli Stati Uniti temono l’integrazione continentale dell’Eurasia in qualsiasi forma. E’ la storia a dircelo, ma la russia ha già dimostrato che può anche farne anche a meno. Si tratta di una guerra già persa sull’egemonia mondiale in cui noi altri vecchi italici zucconi non ci abbiamo ancora capito una beneamata mazza.

I tedeschi – invece – dovrebbero averlo capito. Tuttavia non possono esporsi, e pertanto stanno facendo un gioco dialettale che diventerà di sicuro molto pericoloso per l’Europa. Da un lato, si dipingono come atlantisti, ma non lo sono affatto e non vogliono esserlo. Sanno che stanno perdendo moltissimo potere economico e non ci staranno a lungo termine. Questa dinamica sta diventando sempre più evidente, ogni giorno ci sono meno possibilità per Zelensky di spuntarla.

A farne le spese é l’Europa intera, già si sta vedendo. Lo Yuan è più utile del dollaro USA nei mercati azionari. La Cina sta costruendo un proprio sistema di transazioni. Inoltre, Pechino e Mosca si stanno organizzando per un’altra valuta globale per evitare qualsiasi dipendenza. In Asia il sistema regge, gli accordi fra i BRICS sono solidi. L’India si relaziona e se ne approfitta approvigionandosi di materie prima a basso prezzo. Aver tagliato fuori i russi dal sistema Swift non sembra scalfire il Rublo. Nord Stream é parzialmente chiuso per motivi “tecnici” e questo inverno un botto di aziende tedesche dovranno chiudere le serrande, con un’inevitabile effetto a catena. Non ci sono sanzioni né aiuti a Kiev che hanno potuto impedire la liberazione del Donbass. E seguiranno Odessa e la Transnistria. Kiev avrà un accesso al mare ridotto, od annullato.

Senza un asse Mosca-Berlino-Parigi con politici e diplomatici finalmente competenti e decisi a fare il nostro interesse, voglio proprio vedere come ce la caveremo questo inverno fra inflazione, gas / benzina alle stelle  e materie prime.  La leadership politica europea sembra volutamente cialtrona ed incompetente. O forse – semplicemente – non vuole fare gli interessi dell’Europa.

INNOVAZIONE A TARGHE ALTERNE

 

Fino a pochi mesi  fa si parlava di wallet digitale europeo, un’innovazione per la quale l’Italia era in primissima linea. Tale tecnologia doveva includere una qualche forma di firma o identità digitale altrimenti sarebbe inutilizzabile per il singolo cittadino. Secondo lor signori, con tale meraviglia potremo caricare i nostri documenti, avere la lista delle vaccinazioni fatte (aka passaporto vaccinale), una tessera elettorale elettronica e probabilmente un luna park di tools per sentirsi dei veri europei. Eà stato fatto? Ovviamente no.

Se si inizia a utilizzare uno strumento digitale, peraltro già esistente, per verificare la volontà dei cittadini – ad esempio nel caso di un referendum – allora in Italia si fanno e si faranno sempre i classici passi indietro. Neanche pochi giorni dopo le roboanti dichiarazioni di Colao, ecco che ci si scontra subito con la reale spinta innovativa e democratica che pervade questo nostro triste paese: se il voto digitale dovesse essere utilizzato contro di loro, allora non andrebbe più bene a certi burattinai.

Di colpo, le sottoscrizioni per i referendum non potranno essere più essere fatte online con SPID. Il motivo é molto semplice: la scorsa estate più di un milione di cittadini italiani hanno votato online per la questione Cannabis ed Eutanasia. Due argomenti che fanno tremare le poltrone, mafie, mafiette e Vaticano. Quindi, innovazione a targhe alterne: se si tratta di controllo e passaporti vaccinali va benissimo, ma se le tecnologie mirabolanti non dovessero fruttare rispetto le mire di certe gentaglia, allora è meglio continuare a votare usando la matita.

Che roba patetica per un paese che si dichiara democratico, occidentale e civile.

UNA COLLA POTENTISSIMA

 

Un leader che viene rimpiazzato é, di norma, un segno di buona salute per un sistema che arditamente si vuole definire “democratico”. Paradossalmente  sia in UK che in USA rimane almeno la parvenza di democrazia dato che, pur prendendosela con calma, votano per avcere un leader.

Chiariamoci: in occidente i capi di governo si susseguono tutti mentre oltre gli Urali esiste un “Putin per sempre”. Il consenso oltre l’80% é dato dal fatto che se non manifesti apertamente il consenso – o peggio, se accenni ad un minimo dissenso – vieni immediatamente indagato su fatti che non hai commesso e nei casi più eclatanti vieni arrestato assieme a tutta la tua famiglia, assieme agli amici a te piu vicini, processato e mandato in un campo di lavoro. Queste sono le testimonianze di migliaia di russi che hanno subito questo “trattamento” e di dissidenti che sono stati arrestati o fuggiti all’estero.

Tuttavia, è anche normale per un occidentale come il sottoscritto, guardare a casa mia e ragionare con ingenua semplicità sulle strane dinamiche della democrazia in cui sono immerso. A me piacerebbe una democrazia che, su certe scelte, tenga in grandissima considerazione la volontà popolare. E’ forse così malsano pensarlo? Il signor per esempio, Draghi quanti voti ha preso? Ok, siamo una democrazia parlamentare e non c’è alcun inganno, tutto é a norma di legge, ma la mia sensazione é che qualcosa non ha mai funzionato a dovere. Se Draghi chiedeva il voto, il popolo glielo avrebbe dato? Io credo proprio di no. Perchè continuiamo a ritenerci in una democrazia se non siamo noi semplici cittadini a scegliere, senza palesi giochini di palazzo, chi ci governa?

Il fatto che posso scrivere qui, per ora, su questo blog letto da nessuno, senza essere arrestato per aver esposto tal pensiero, non mi porta automaticamente a pensare di essere parte integrante di una “vera” democrazia.

Johnson e Biden sono stati defenestrati dopo tutte le loro corbellerie, attribuite od effettive che siano. Di certo il mainstream inglese / USA giocano un ruolo fondamentale dove il gossip e gli scandali vengono percepiti massivamente per una questione culturale. Gli inglesi hanno votato e gli americani pure  Almeno hanno questa possibilità. I nostri dalla poltrona non si staccheranno mai, ed è risaputo da tempo che si spalmano sulle natiche un fornitura speciale di colla potentissima. La famosissima “Supercolla”.

LE CENTRALI A CARBONE

 

Vittorio Colao gridava al vento che in un anno – o forse due – si attiverà il Wallet europeo con il quale il cittadino potrà caricare documenti riconosciuti in tutta Europa, compresa la tessera elettorale digitale, i richiami delle vaccinazioni, e tutti i documenti necessari. Saremo dei “cittadini europei modello”. Sarebbe tutto molto figo, se non somigliasse ad un paio di manette.

A far conto su soldi che cadranno dal cielo sotto forma di PNRR, queste persone si danno ad esternazioni con due anni di anticipo, definendo un futuro fatto di investimenti che andranno a finire sempre nelle solite tasche. Non si dichiara con precisione i fondamenti dello sviluppo di tale tecnologia, a parte il fatto che sarà “blockchain based” con l’Italia in prima linea.

La blockchain è una tecnologia sicura, certamente, almeno finchè non é nella mani di qualche vile approfittatore. E’ una regola dell’ingegneria sociale: nessuna tecnologia può dirsi intrinsecamente sicura ed è il lato umano a rendere qualsiasi processo di validazione – alla fin fine – insicuro. Infatti non si possono tenere da parte gli intenti fondanti di chi l’infrastruttura la mette in atto. Realizzare una blockchain significa implementare non solo un registro distribuito, ma anche i vari meccanismi per consentire agli attori della tecnologia di interagire con tale registro (cioè leggerlo e, all’occorrenza, modificarlo e propagare le modifiche a tutte le copie del registro). La sicurezza è quindi, di fatto, selettiva rispetto al lato in cui si opera. 

Se poi guardiamo al recente passato, si è già visto cosa è successo con la tragicomica app IMMUNI, oppure la app IO + gestione SPID, oppure i meravigliosi software di gestione delle agenzie delle entrate. Senza contare le contraffazioni qrcode dei greenpass che per un certo periodo frullavano nei canali telegram come fringuelli. Ce ne sarebbero di cose da migliorare nella cosidetta “agenzia digitale italiana”, e invece no: ti stampano la multa con il codice qrcode e la mettono sul tuo parabrezza e tu dovrai presentarti con un altro qrcode per dire che tu sei tu. Senza di esso non puoi dimostrare che sei un cittadino. Che bella prospettiva di cittadinanza, non vi pare? A questo punto, chippiamoci tutti quanti come giá si fa con i cani ed i gatti dal veterinario. Forse facciamo prima, visto che per gli amici a quattro zampe, la tecnologia esiste giá.

Mentre questi personaggi vaneggiano di innovazioni senza avere la lucidità mentale per poterne parlare, si vedono all’orizzonte un autunno ed un inverno ancor più difficili. Kiev non si mette in contatto con la realtà e nemmeno l’Europa. Abbiamo bisogno di gas, lo pagheremo quattro volte tanto ad USA, Algeria e Qatar e non contenti, se serve, riaccenderemo le centrali a carbone. Le eventuali scorte di gas  non verranno regalate al signor Zalenski come se fossero munizioni solidali. E il miglior carbon coke sapete da  dove arriva? Dalla Russia, ovvio!  

Forse prima di parlare di wallet digitali, dovremmo risolvere altre faccende più impellenti, ma questi personaggi sembrano avere idee molto precise. Io non credo che sia solo un caso.

L’EU HA il culo scoperto

 

Le nostre armi, pagate anche con le mie tasse, sono in mano a gentaglia, diciamolo a chiare lettere.

I veicoli corazzati vengono usati da una milizia che considera tutti i combattenti opposti come terroristi senza distinzioni di sorta. Il resto va diritto al mercato nero delle armi che nel frattempo si è attivato di gran lena. Un business enorme che il mainstream non si sogna nemmeno di raccontare perchè scalderebbe gli animi degli europei.

Fra l’altro, l’ammissione di Svezia e Finlandia nella Nato, viene esaltato in pompa magna come un punto forte della alleanza atlantica. Non ti raccontano mica che questi due paesi vengono da anni di neutralità. Sono fortemente indipendenti e nel tempo non accetteranno mai imposizioni esterne come succede qui nello stivale. Ad oggi Svezia e Finlandia sembrano disposte a mettersi sotto l’ombrello della Nato. Ma la Russia avverte da tempo immemore l’occidente: ospitare nei propri territori assetti militari che possano minacciarla da vicino, non è una condizione per loro accettabile. E’ il motivo dello scoppio della crisi in Ucraina. Putin si era affannato ad avvertire delle conseguenze almeno per un decennio, ovviamente nel silenzio più totale di ogni media occidentale.

Gli Stati Uniti tireranno la corda a lungo sino al confronto nucleare strategico, e noi dobbiamo solo sperare che sia eventualmente ridotto. A mio parere non v’è alcun dubbio che succederà, tutti i tasselli storici di questa faccenda indicano che gli americani hanno pianificato questa crisi da più di un decennio.

Di fatto, i paesi europei non sono sotto l’ombrello della Nato: loro sono l’ombrello degli Stati Uniti. La guerra tiene lontana la minaccia strategica sul continente americano e al contempo inedebolisce economicamente l’Europa. Lo scopo ultimo è tenere sotto scacco la Germania e l’economia europea la quale, da un ventennio a questa parte, era diventata un po’ troppo intraprendente.

E’ quasi divertente constatare quanto l’EU, oltre a contare poco o niente in questo conflitto, abbia il culo candidamente scoperto.

EGEMONIA MONDIALE

 

Ciò che sta accadendo da 5 mesi a questa parte é il risultato del mutamento dei rapporti di forza economici tra USA, Ue e Cina. In particolare, è messa in seria discussione l’egemonia mondiale degli USA a causa della crescita prorompente della Cina. Gli USA sono la principale minaccia alla pace, perché si trovano in decadenza e cercano di ovviare alla perdita dell’egemonia economica facendo leva sullo strumento militare. Gli USA sono un Paese necessariamente imperialista perché poggiano sul dominio del dollaro, che, essendo moneta di riserva e di scambio internazionale, permette di finanziare il loro enorme doppio deficit, quello statale e quello del commercio estero, semplicemente stampando dollari. In pratica gli USA sono una nazione parassitaria rispetto all’economia mondiale. Lo sanno tutti, ma nessuno dei leader europei si vuole smarcare da questo dato di fatto, né vuole sbilanciarsi. Questa non é un’Europa forte ed in grado di fare ago della bilancia. Lo vedremo con una inflazione stellare in autunno.